Il disastro di Chernobyl
IL DISASTRO DI CHERNOBYL-26/04/86
(I VIVI CHIEDONO PERDONO AI MORTI
Chernobyl, 26 aprile del 1968; alla centrale nucleare V.I. Lennin situata nell'Ucraina settentrionale fiore all'occhiello della tecnologia nucleare Sovietica stanno per dare inizio le prove tecniche di sicurezza sull' impianto composto da 4 reattori di tipologia RBMK per 3.515 MW di potenza nell'ambito dell'eventualita' di un conflitto bellico con gli U.S.A. all'apice della cosiddetta guerra fredda.
Si vuole verificare se la turbina accoppiata all'alternatore puo' continuare a produrre energia elettrica sfruttando l'inerzia del gruppo turbo-alternatore anche quando il circuito di raffreddamento non produce più vapore in pressione. Per consentire l'esperimento verranno disabilitati alcuni circuiti di emergenza automatici e si procederà con un controllo manuale del reattore. Il test mira a colmare il lasso di tempo di 40 secondi che intercorre tra l'interruzione di produzione dell'energia elettrica del reattore e l'intervento del gruppo diesel che aziona le pompe di raffreddamento del circuito di emergenza. Questo aumenterà la sicurezza dell'impianto, che potrà provvedere "da solo" a far girare l'acqua nel circuito di raffreddamento fino all'avvio dei diesel.

Nella sala di comando del reattore n°4 tre persone prendono decisioni determinanti per la sicurezza di milioni di persone.
Leonid Toptunov di 26 anni, ingegnere capo della sala controllo col compito di monitorare la potenza del reattore.
Alexander Akimov, capoturno della centrale.
Anatoly Djatlov 55 anni, vice-capo ingegnere della centrale.
A mezzanotte arrivò il cambio turno, Alexander Akimov sostituì Tregub, che però rimase in sala controllo ad osservare l'esperimento. Sopra Akimov, nel suo ufficio nella terza unità, c'era il capoturno generale Boris Rogozhkin; al di sotto, nella sala controllo, Leonid Toptunov, il giovane controllore del reattore 4, Igor Kirschenbaum, controllore delle turbine e Piotr Stolyarchuk controllore dell'unità.... In una sala adiacente, separata dalla sala controllo da una vetrata, stavano Metlenko e i suoi due assistenti con la loro apparecchiatura di controllo. Furono presentati a Igor Kirscgenbaum che, sebbene fosse preparato per ogni evenienza, non aveva potuto esaminare il programma dell'esperimento. Prese posto al quadro di controllo delle turbine sentendosi piuttosto a disagio. Non gli piaceva l'idea di disinserire le turbine dal circuito mentre il reattore era ancora in funzione; temeva che si potessero danneggiare. Comunque aveva la metà degli anni di Dyatlov e pertanto ritenne che lui e Akimov sapessero cosa stavano facendo. Il suo dovere consisteva nell'eseguire gli ordini.
Quello che nessuno sa è che la centrale nucleare nasconde due segreti: il primo è un difetto di progettazione che gli stessi ingegneri ignorano e che rende il reattore instabile. Il secondo è che la vita dello stesso Anatoly è stata segnata da un' altro incidente nucleare causato proprio a causa di un suo errore e che costò la vita a suo figlio che morì in seguito di leucemia a causa della contaminazione subita.
Sono le 00:31 e si discute in modo animato sulla potenza alla quale fare partire il test.
La soglia di sicurezza minima prevista per la centrale è di 700MW, ma ignorando volutamente tutti i protocolli e le procedure di sicurezza Anatoly ordina di portare l'impianto a 500MW perchè spera di portare la potenza alla soglia di 200MW risparmiando così la potenza del vapore di raffreddamento.
Djatlov è molto sicuro di sé, secondo lui non c'è pericolo e impone il suo grado a chi invece qualche dubbio ce l' ha. Lui è un uomo di partito e porterà il suo compito fino in fondo per recuperare la loro riconoscenza.
Ma una centrale nucleare non è un sottoposto che ubbidisce senza dissentire e la potenza comincia a scendere in modo vertiginoso.
Sono le 00:36 e in sala controllo del reattore il sistema allerta sul basso livello dell' acqua, a questo punto tutti i protoccolli consiglierebbero di interrompere il test, ma Anatoly ordina di continuare e far ripartire il reattore anche se, d' ora in poi sarà molto difficile stabilizzare la potenza. Leonid e Alexander sono tra il perplesso l'intimidito e il terrorizzato, ma il sistema sovietico in vigore non ammette tentennamenti: o esegui o sei fuori, Tregub prende il posto del titubante Leonid e si va avanti.
Sono le 00:42 e la potenza inizia a risalire arrivando a 160MW. Soddisfatto Anatoly rimette a suo posto Leonid per il quale eseguire gli ordini significava mantenere il suo status sociale e i privilegi del suo rango.

Sono l' 01:03 in sala controllo ritorna la calma. La potenza è ormai a risalita a 200MW e Anatoly si appresta ad eseguire il test. Alexander evidentemente molto preoccupato rammenta a quest'ultimo che il test è fissato a 700MW ma Anatoly non vuole saperene e ordina l' avvio del test.
Sono l' 01:10, la mancanza di acqua nei circuiti continua ad innescare ripetuti allarmi
ma tra i tecnici in sala comando si ha la sensazione condivisa di fiducia nella riuscita del test.
Le poche barre di boro sono inserite parzialmente nel reattore, la potenza aumenta quindi nel punto caldo del reattore, dove i sensori non arrivano, ma di questo nessun addetto se ne accorge.
Sono l' 01:23 ed il test ha inizio, vengono accese le pompe di riserva , la potenza alla turbina viene interrotta. Sono gli ultimi istanti prima della fine.
In 60 secondi si susseguono una serie di eventi a catena: poiché le pompe rallentano, spingono una minore quantità d'acqua all'interno del nocciolo. Una quantità sempre minore d'acqua produce una quantità sempre maggiore di vapore aumentando la pressione interna del reattore che raggiunge le pompe sollevando le coperture di 350kg delle barre di combustibile fuori dai loro involucri, gli addetti accorgendosi di questo aumentare di potenza premono il pulsante di emergenza che fa scendere le barre di boro ma queste hanno un'effetto inaspettato, esse ricoperte di grafite anziché far scendere la potenza la fa salire di un centinaio di volte e il reattore è come un vulcano pronto ad esplodere.
Sono l'01:24 : l'esplosione del reattore. Con il coperchio di 500Ton scoperchiato e l'aria risucchiata dal fondo il reattore si trasforma in una gigantesca fiamma ossidrica liberando nell'atmosfera 50Ton di carburante nucleare (10 volte la bomba di Hiroshima) 700Ton di grafite radioattiva si sprigionano in tutto l'impianto. La mortale polvere di grafite radioattiva farà si che chi è sopravvissuto all'esplosione rimpianga di non essere morto sul colpo.
Una morte lenta ma inesorabile prolungata per mesi se non per anni e il destino di chi è stato contaminato.
Ci sono molte morti ovunque, la visione è devastante, dantesca.
Un esercito di addetti muoiono ustionati mentre altre persone a causa delle radiazioni
subiscono delle patologie grottesche.
Chernobyl 26 aprile 2017 mi trovo davanti ad una città morta, deavanti ai resti di una moderna pompei, dei fatti. D'ora in poi il futuro è nelle nostre mani.
Le radiazioni impediranno di ripopolare queste terre per millenni, impediranno la vita in ogni sua forma.
Questa desolazione resterà per ricordarci, come una vecchia ferita, che ci resta ancora tanto da imparare, da capire, da continuare a studiare.
Finquì i fatti, d'ora in poi il futuro dipende dal nostro ricordo, dalla somma delle nostre esperienze, dal nostro accumulo di sapere.
Andiamo e raccontiamo, informiamo,divulghiamo perchè certe cose non devono mai ripetersi e perchè di certi apprendimenti ne va della razza umana.
Non sono sicuro che sopravvivremmo ad un secondo sbaglio del genere.

Per approfondire guarda il video qui sotto